Gli imballaggi sono un’entità sconosciuta alle persone comuni. Il D.Lgs. 152/06 si pone l’obiettivo di ridurre al massimo l’impatto ambientale degli imballaggi e di incentivarne il riutilizzo. Una disciplina speciale è stata, poi, fissata per i rifiuti degli imballaggi. Cominciamo con questo post un viaggio nella galassia degli imballaggi. Avete allacciato le cinture?
Che cosa sono gli imballaggi?
L’identificazione degli imballaggi è data già dalla parola stessa.
Da un punto di vista legislativo il termine imballaggi identifica il prodotto, di qualsiasi materiale sia composto, che viene utilizzato per contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, per proteggerle, per consentirne la manipolazione e la consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere utilizzati a questo scopo.
Alcuni esempi, tanto per essere chiari.
Sono imballaggi: le scatoline di cartone che contengono i profumi, le latte che contengono solventi, vernici, le buste di plastica che contengono bottiglie d’acqua, i cartoni che, al loro interno, contengono confezioni di biscotti da esporre al pubblico.
Quante categorie di imballaggi sono state disciplinate?
L’articolo 218 del D. Lgs. 152/2006 elenca diverse tipologie di imballaggi:
- Imballaggi per la vendita o primari: sono progettati e costruiti in modo da costituire, nel punto di vendita (negozio, supermercato ecc.), un’unità di vendita per l’utente finale o il consumatore.
Esempio. Il pacco di pasta è un imballaggio primario.
- Imballaggi multipli o secondari: sono concepiti per costituire, nel punto di vendita (negozio, supermercato ecc.), il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale all’utente finale o al consumatore o che serva solo a facilitarne il rifornimento degli scaffali nel punto di vendita. Esso può essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche.
Esempio. Lo scatolone di cartone che contiene più pacchi di pasta è un imballaggio secondario.
- Imballaggio per il trasporto o imballaggio terziario: imballaggio funzionale a facilitare la manipolazione ed il trasporto di merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, di un certo numero di unità di vendita oppure di imballaggi multipli per evitare la loro manipolazione o i danni connessi al trasporto, esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari, marittimi ed aerei.
Esempio. Sono imballaggi terziari le plastiche che avvolgono una pluralità di scatoloni oppure gli imballaggi plastici che vengono usati per avvolgere macchine utensili.
Perché ci interessano le categorie di imballaggi?
Come avrò modo di spiegare nelle prossime tappe di questo viaggio, ad ogni categoria di imballaggio corrisponde un tipo di rifiuto.
Infatti, il D. Lgs. 152/06 incentiva il riutilizzo degli imballaggi, ma ciò non è sempre possibile (ad esempio gli imballaggi plastici delle macchine utensili) o, comunque, il riutilizzo è limitato nel tempo.
Perciò, ogni tipologia di imballaggio produce un rifiuto diverso, a cui corrisponde uno smaltimento diverso.
Ricordo che solo i rifiuti urbani e quelli speciali, non pericolosi, assimilati agli urbani sono soggetti a TARI.
Dunque, conoscere le tipologie di imballaggi è estremamente importante per capire se sarà dovuta o meno la TARI.
Anche i rifiuti di imballaggi possono essere per errore inclusi nel calcolo della TARI.
Solo un consulente preparato ed esperto può darvi un corretto orientamento nella dichiarazione delle superfici e nella verifica che il calcolo della TARI da parte del Comune sia congruo.
Molti miei clienti hanno scoperto di pagare importi non dovuti e a tutti loro sono riuscita a far ottenere risparmi più o meno consistenti.
Non è forse il risparmio la prima forma di investimento?
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